Graffiti Writing, Haring, Basquiat

La metà degli anni Ottanta vede ampliarsi la diffusione dell’Aids e Haring, tra il 1985 e il 1987, decide di impegnarsi in prima persona contro la malattia, attraverso le sue opere: realizza numerose campagne e manifesti sul sesso sicuro, ritrae amici malati, finchè nel 1988 anche lui risulta positivo al test dell’HIV. “Vivere con una malattia mortale ti da una prospettiva completamente nuova” dichiara l’artista, e smitizza la morte ritraendola in molte sue tele, ridicolizzandola e stravolgendola.

Il decennio che portò alla fama Keith Haring fu lo stesso che vide nascere, bruciare velocemente e spegnersi la figura di Jean Michel Basquiat, associato spesso alla scena dei graffitisti.
Basquiat si mise in evidenza nel 1978, scrivendo “SAMO” (the SAMe Old shit) sui muri di Brooklyn, Tribeca e Soho, ma diffondere il suo nome non era il suo intento principale, a differenza dei writer: la sua tag, spesso accompagnata dal marchio ©, siglava molto spesso delle brevi poesie, frasi critiche a effetto o truismi.
“SAMO as a neo art form. SAMO as an end to mindwash religion, nowhere politics and bogus philosophy. SAMO as an escape clause. SAMO save idiots. SAMO as an end to to bogus pseudo intellectual. My mouth, therefore an error. Plush safe… he think. SAMO as an end to playing art. SAMO as an alternative 2 playing art with the ‘radical chic’ sect on Daddy’s $funds.”
I graffiti, insomma, rappresentarono per Basquiat una porta d’accesso per il mondo dell’arte, che risultò piuttosto funzionale: già nel 1980 avrebbe partecipato alla mostra collettiva “Times Square Show”, organizzata dal collettivo CoLab e dalla galleria indipendente Fashion Moda.
Le sue opere, composizioni tipografiche miste a rozze rappresentazioni anatomiche realizzate con uno stile infantile, iniziano presto ad essere vendute a cifre tra i 5000 e i 10000 dollari. È molto produttivo, arrivando a realizzare una tela al giorno: Anina Nosei, che ospitò Basquiat nel suo scantinato e fu, contemporaneamente, sua gallerista, riusciva a venderle tutte senza difficoltà, che fossero complete oppure no.
Venne presto a contatto con Andy Warhol, che nel 1982 lo ritrasse con una stampa retinata su tela, in cui il colore veniva spinto all’ossidazione dall’urina (un metodo spesso utilizzato dall’artista per introdurre nella propria arte un elemento di casualità). I due sarebbero presto diventati amici e avrebbero anche lavorato insieme per una famosa serie di Collaborations.
La consacrazione ufficiale, a lungo ricercata da Basquiat, arrivò nel 1983 quando fu chiamato per esporre alla Biennale del Whitney Museum insieme a Keith Haring, Jehnny Holzer, Barbara Krueger, David Salle e Cindy Sherman: a 22 anni, Basquiat era l’artista più giovane presente in mostra.

Il 22 febbraio 1987, dopo un’operazione alla cistifellea, moriva Andy Warhol.
Il 18 agosto 1988, per un’overdose dovuta all’assunzione di un mix di droghe, moriva Basquiat.
Nel 1990 moriva anche Keith Haring, vittima dell’AIDS, a chiusura definitiva degli anni Ottanta.

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